Ogni triennio, l’intera Azione Cattolica bresciana si attiva per sostenere una situazione o una iniziativa che necessita di aiuto nel mondo. E’ il Consiglio Diocesano a scegliere tra le proposte e le richieste che arrivano all’associazione.
Non si tratta solo di un aiuto economico (ogni parrocchia, a maggio, destina un contributo raccolto attraverso le più disparate modalità: gadgets, lotterie, offerte, vendite torte e chi più ne ha più ne metta…), ma di sensibilizzare gli associati su una situazione che necessità di aiuto materiale, di solidarietà e di vicinanza spirituale.
Anno associativo 2021-2022
Il Consiglio Diocesano propone, per questo anno associativo, due iniziative di solidarietà per le associazioni parrocchiali. Queste iniziative non devono sostituire eventuali iniziative locali perché la cosa importante è mantenere uno stile attento alla solidarietà e ai bisogni dei più deboli e poveri, anche con iniziative concrete di raccolta fondi e queste due che proponiamo sono un’opportunità che può essere colta.
“Un vaccino per tutti” è un’iniziativa promossa da Confindustria, CGIL, CISL e UIL di Brescia per promuovere e sostenere gli interventi vaccinali anti Covid-19 nei paesi economicamente più fragili del mondo.
Dom Pedro Conti, vescovo della diocesi di Macapà nel Brasile del Nord e amico dell’Azione Cattolica di Brescia, chiede un contributo per la realizzazione di una nuova parrocchia. Da quando Papa Paolo VI é stato proclamato Santo “sognano” una parrocchia che porti il suo nome, anche per riscattare quell’avvenimento decisivo per la storia della Chiesa che è stato il Concilio Vaticano II di cui Papa Paolo VI ha portato il peso della conclusione.
Scopri di più scaricando il volantino
Gli eventuali fondi raccolti sono da inviare al Centro Diocesano tramite bonifico (Beneficiario: Azione Cattolica Italiana – Consiglio Diocesano di Brescia; IBAN: IT07O0538711205000042708746), specificando per quale iniziativa si vogliono devolvere.
Triennio 2017-2020 Work Job – Immagini di futuro
I giovani e il lavoro che non c’è
La grande emergenza del nostro tempo: i dati a dicembre 2016 parlano di un tasso di disoccupazione giovanile del 40,1%, pubblicati sul “Sole24ore” da fonte ISTAT.
Nel corso del 2017 la situazione non è migliorata di molto, negli ultimi dati di luglio 2017 pubblicati dal “Sole24ore” sempre da fonte ISTAT attestano la disoccupazione giovanile intorno al 35,5%.
Anche le statistiche dell’emigrazione dei giovani all’estero, la cosidetta fuga dei cervelli, segnalano il 36,7% di giovani tra i 18/34 anni di questi il 43% vede questa fuga oltre i confini nazionali come l’unica speranza per costruirsi un futuro. Fonte dei dati Migrantes il rapporto italiani nel mondo, anno 2016.
Dai dati alla solidarietà
La considerazione di questi dati ci ha fatto maturare l’idea che l’Iniziativa di Solidarietà dell’AC non dovesse essere necessariamente solo una raccolta fondi, ma potesse essere un progetto di persone, di AC e non, che si mettono in rete e danno la loro disponibilità per aiutare tutti i giovani, di Ac e non, a trovare le risposte che cercano rispetto al mondo del lavoro.
Le iniziative degli ultimi anni sono state a favore di:
- 2011-2014 Legàmi aperti
- 2010-2011 Missione di Aru e Centro Migranti
- 2009-2010 Solidarietà per l’Abruzzo
- 2008-2009 Camperemergenza, associazione di volontari che opera in favore di persone disagiate, con speciale attenzione ai poveri senza fissa dimora presenti nell’ambito locale di Brescia
- 2007-2008 Diocesi di Makeni, in Sierra Leone, per la costruzione di due scuole
- 2006-2007 Progetto TOT per la costruzione di un centro di formazione per formatori a Timor Est
- 2005-2006 Progetto Gemma con i Centri di Aiuto alla Vita
- 2004-2005 Progetto scolastico-sanitario-agricolo per il villaggio di Saradroa in Madagascar
- 2003-2004 Progetto “Un oratorio per Baghdad”
- 2002-2003 Progetto “Un pozzo per Bonga” per la regione di Gambella in Etiopia
Triennio 2014-2017 Giustizia-legalità-responsabilità
La scelta di approfondire il tema della giustizia-legalità è il naturale proseguimento del percorso intrapreso lo scorso anno con la riflessione sulla partecipazione, processo obbligato per affrontare la grave crisi in cui versa il nostro paese.
“Il Cristo non ha mai detto che soprattutto bisogna essere “giusti”, anche se in molteplici occasioni ha esaltato la virtù della giustizia. Egli ha invece elevato il comandamento della carità a norma obbligatoria di condotta perché è propria questo salto di qualità che connota il cristiano.
Per il cristiano, qualunque rapporto si risolve nel modo in cui giustizia e carità combaciano, non soltanto nelle sfere personali o comunitarie, ma anche nell’impulso virtuale e perfino nell’idealità: “Il sommo atto di giustizia necessariamente sommo atto di amore se è giustizia vera, e viceversa se è amore autentico” (Rosario Livatino)
Dalla crisi si esce “scegliendo”, scelte coraggiose che chiamano in causa l’etica e impegnano l’integrità della nostra vita, i nostri comportamenti.
Siamo immersi, come tutti coloro con cui condividiamo la nostra vita quotidiana, in un clima caratterizzato da un senso diffuso di preoccupazione e di sfiducia, dal venir meno del senso della giustizia, della legalità e della responsabilità personale e comunitaria.
Di fronte a questa situazione non possiamo rimanere passivi o distratti: non è giusto perché siamo cittadini, non lo è perché, in quanto cristiani, siamo chiamati a dare il nostro responsabile contributo, per rendere più equo e fraterno il mondo in cui viviamo. Siamo tenuti a impegnarci in ogni circostanza: a maggior ragione quando la situazione è particolarmente complessa e difficile.
Come associazione diocesana vogliamo puntare l’attenzione e sviluppare l’iniziativa di solidarietà secondo tre aspetti:
- in collaborazione con Libera, affrontando nel percorso formativo ordinario momenti specifici proposti dall’Osservatorio diocesano e raccogliendo fondi a sostegno del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata
- per le associazioni parrocchiali che lo desiderano, progetti di microaccoglienza per richiedenti asilo
- la stesura di un “libro bianco” affidato ad ogni associazione parrocchiale che annoti i gesti, le azioni, le scelte vissute durante l’anno, singolarmente o come gruppo, per favorire trasformazioni nel tessuto sociale e civile
Riguardo alla collaborazione con Libera, dal sito dell’associazione:
“Il 7 marzo 1996 la legge 109 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali entrava in vigore e segnava una svolta epocale nel contrasto alle mafie nel nostro Paese. Un successo per lo Stato, per la rete di Libera e per tutti i cittadini che avevano sostenuto con un milione di firme la petizione popolare a sostegno della proposta di legge.
La legge prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti – Associazioni, Cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro. Libera non gestisce direttamente i beni confiscati, ma promuove, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, le Prefetture e i Comuni, i percorsi di riutilizzo dei beni.
La legge 109/1996 è stata preceduta da un’altra legge fondamentale per la lotta alle organizzazioni criminali: le legge Rognoni-La Torre del 1982; in questa legge infatti si rafforza e rivoluziona l’aggressione ai patrimoni di provenienza illecita delle organizzazioni criminali di stampo mafioso attraverso gli strumenti del sequestro e della confisca.
Il riutilizzo dei beni confiscati, immobili e aziende in particolare, occupa un posto centrale in una strategia complessiva di prevenzione e contrasto alle mafie che abbia come obiettivo finale la loro sconfitta.
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso (ciascuna con le proprie peculiarità e differenze) trovano la loro linfa vitale e il loro prestigio nel patrimonio, nel possesso, nella terra, nel controllo sociale, economico e culturale; per questa ragione il riutilizzo dei patrimoni confiscati è temuto dai mafiosi più del carcere, poiché mina, come abbiamo detto, lo status sociale e pubblico del mafioso.”
Iniziativa di solidarietà 2011/2014
La XIV Assemblea Diocesana vissuta nel febbraio 2011 ci ha lasciato, all’interno di un quadro generale di impegni, un compito chiaro che come associazione ci siamo assunti, innanzitutto a livello diocesano: da un lato, attivarci in modo deciso per “contribuire ad una nuova costruzione della città e della civiltà”, dall’altro un rinnovo della “centralità della scelta missionaria quale elemento caratterizzante il cammino associativo dell’Azione Cattolica”.
Il Consiglio Diocesano ha dunque cercato di fare proprie le indicazioni dell’Assemblea inserendo nel programma annuale una duplice proposta per l’iniziativa di solidarietà: ad un percorso per noi più “tradizionale”, destinato ai più piccoli (l’iniziativa per la raccolta di fondi per un progetto in Congo, vedi scheda dedicata), ha voluto affiancare un cammino che fosse “innovativo”, sia per il tema affrontato che per lo stile e la modalità con cui costruire il percorso.
Nella scelta della proposta, destinata in particolare ai giovani e agli adulti, si è voluto tener fede ad alcuni criteri essenziali, in particolare la scelta del triennio scorso di un’iniziativa di solidarietà destinata a bisogni vicini, sul territorio, che permettesse un coinvolgimento concreto delle associazioni, con il preciso intento, però, di inserire elementi di novità che possano spingere più concretamente tutte le associazioni territoriali a sviluppare atteggiamenti missionari, ad essere stimolo alla comunità cristiana su questo fronte, al radicamento di una fede più adulta, matura, autentica.
Iniziativa di solidarietà 2010/2011
MISSIONE DI ARU E CENTRO MIGRANTI
Sostegno all’attività della nostra associata Clara Quadri (ex consigliere diocesano) volontaria presso la Missione di Aru nella Repubblica democratica del Congo.
Progetto per l’Approvvigionamento idrico da un corso d’acqua per abbeverare gli animali e irrigare i terreni della fattoria dove Clara svolge il proprio servizio.
La fattoria è parte integrante della missione alla quale fanno riferimento circa un migliaio di bambini e ragazzi.
Proposta rivolta in modo particolare all’ACR e ai giovanissimi
Progetto per sostenere l’attività del Centro Migranti della Diocesi di Brescia.
Almeno per quanto riguarda la zona città e interland l’iniziativa prevede, oltre al sostegno economico e fattivo al Centro Migranti, la partecipazione al progetto d’integrazione “Brescia aperta e solidale”: gruppi interetnici di discussione e confronto per proposte di miglioramento della vita nel quartiere.
Proposta rivolta in modo particolare ai giovani e agli aduti
Iniziativa di solidarietà 2009/2010
NODI IN TERRE SPEZZATE
Premessa
Il programma associativo 2009-2010 dell’Azione Cattolica di Brescia si pone in continuità con le indicazioni scaturite dalla XIII Assemblea diocesana che ha tracciato gli obiettivi per il triennio 2008-2011 e che ha individuato come scelta associativa qualificante per i prossimi anni la scelta missionaria.
Nel programma associativo si legge infatti: «Anche per il 2009-2010 verrà individuata dal Consiglio Diocesano una iniziativa di solidarietà che, secondo le indicazioni assembleari, sappia intercettare bisogni territorialmente vicini e diffusi, in modo che in tutte le associazioni parrocchiali ci si possa impegnare direttamente».
L’iniziativa di solidarietà ha particolare valore perché costituisce una modalità concreta di attuazione della scelta missionaria, occasione per imparare a leggere i bisogni che ci stanno attorno e per provare con creatività a condividere la strada con chi vive la propria vita con difficoltà.
Perché L’Aquila
Dall’ 11 Luglio al 19 Settembre 2009 un gruppo di giovani e adulti dell’AC di Brescia si sono alternati in Abruzzo nel campo di accoglienza di Paganica, a sostegno dei terremotati, in particolar modo nell’animazione dei più piccoli.
Ora che la popolazione dai campi di prima accoglienza è stata spostata parte nelle nuove case, parte negli alberghi o ha trovato una sistemazione autonoma, rimane il disagio per il disorientamento e la perdita delle radici d’origine, nonché problemi di convivenza tra persone, etnie e generazioni diverse.