INTRECCIARE STORIE, TRACCIARE VITA
INTRODUZIONE
In questi anni il mutato contesto ecclesiale e sociale, lo scenario complesso, variegato, in rapido movimento, hanno fatto nascere nell’associazione il desiderio di riconfigurarsi per incarnare lo stile della Chiesa in uscita di Papa Francesco.
La percezione della tensione tra una fede che di fatto non è più di tutti e l’esigenza che essa sia una proposta per tutti, ha provocato l’inizio della riflessione. Indagando i cambiamenti in corso, nello sforzo di evitare illusorie semplificazioni, curando le radici ma senza paura di sognare, l’associazione ha scelto lo stile dell’accompagnamento, con la pazienza di discernere tra il consueto e la novità.
Le associazioni parrocchiali, anche attraverso la valorizzazione del livello macrozonale, sono state sostenute nell’abitare e prendersi cura dei processi di trasformazione. A reinterpretarsi in senso missionario, traducendo le proposte associative in attenzione e accompagnamento della vita delle persone.
1. UN’ASSOCIAZIONE VIVA
L’Azione Cattolica manifesta lo slancio e la prospettiva ideale dei suoi soci, riflette il patrimonio acquisito nel corso della sua storia, cambia e si modifica lasciandosi interpellare e provocare dalle sfide e dalle domande del suo tempo.
L’associazione si esprime principalmente nei volti e nella storia dei suoi aderenti, si racconta nella vita di chi la sceglie, prende corpo e spessore nelle vicende delle donne e degli uomini che ne fanno un luogo e un’esperienza di esistenza cristiana e ecclesiale.
Le nostre associazioni sono strettamente legate al territorio che abitano, sono incarnate nella realtà civile ed ecclesiale, condividono le gioie e le fatiche della generazione di dinamiche comunitarie.
Non esiste possibilità di vivere la dimensione associativa distaccandosi dal contesto storico e sociale, sradicandosi da un luogo o da un territorio.
Questo legame essenziale si esprime in una immersione critica, capace di esaltare, sostenere e sviluppare le potenzialità e, nel contempo, di affrontare e denunciare le distorsioni, le deformazioni e le deviazioni.
L’associazione mantiene una dimensione popolare, nel senso che è capace di dialogare con tutti, non rifiuta, anzi sollecita la collaborazione tra diverse realtà e soggetti, sia in ambito ecclesiale che in ambito civile.
La ricerca di “alleanze” con i protagonisti o gli attori del proprio territorio è orientata alla costruzione del bene comune, nel tentativo di rendere concreto e specifico l’invito ad essere “Chiesa in uscita” e vivere la dimensione missionaria.
Si rivela così una delle caratteristiche tipiche dell’Azione Cattolica: un’associazione di laici cristiani, con una precisa identità costruita attorno alla vocazione battesimale, senza diventare elitaria o esclusiva.
L’AC è per tutti e, nei suoi processi democratici, è di tutti, al servizio della Chiesa e del proprio Paese, immersa nella storia e attenta a tutti gli uomini, condividendone il destino.
La scelta di vivere la propria vita cristiana in associazione rivela un’altra caratteristica fondamentale: il rifiuto di ogni individualismo per creare un’autentica fraternità, per sperimentare l’ecclesialità.
La dimensione associativa denota ogni aspetto ed ogni iniziativa dell’AC; infatti il dialogo aperto e solidale con tutti, la cura dei legami tra generazioni diverse, la fedeltà al patrimonio e alla memoria attraverso la custodia delle scelte fondamentali, l’apertura e il coraggio della novità, l’attenzione alla diocesanità esprimono la vocazione e lo stile dell’AC.
Vogliamo diventare un luogo, un tempo, un’esperienza dove l’essere si riflette nel fare: l’associazione non è questione di ruolo da assumere o spazi da occupare, ma un modo di essere, dove i vari carismi personali possano esprimersi e trovare stimoli e sostegno.
Scegliere l’AC è la scelta consapevole di essere umani, fratelli e sorelle gli uni degli altri, dono per gli altri, facendosi incontro ad ogni uomo, a tutto l’uomo negli ambienti di vita quotidiana.
La scelta dell’AC è una scelta religiosa, una scelta di mitezza come stile, che non parte da una scelta di forza, che cerca il dialogo e il confronto. La scelta religiosa dell’associazione crea le fondamenta, le basi per un impegno politico, sociale e, senza il ricatto dell’immediatezza, è ciò che diventa cruciale soprattutto per la formazione e la crescita di nuove generazioni.
Vogliamo continuare ad essere scuola di santità, attraverso la testimonianza umile, coraggiosa e ordinaria di una quotidianità, vissuta in ogni ambito e situazione, come riscoperta e sviluppo del nostro battesimo.
Crediamo nella forza della corresponsabilità tra laici e presbiteri, capace di creare dialogo e reti di prossimità, attenta alla dimensione locale come a quella diocesana.
Ci ripromettiamo di aiutare le nostre comunità a generare modi diversi di intendere la missionarietà e l’annuncio del Vangelo, a trovare e incarnare nella nostra storia la presenza del Risorto, a prendere parola sui problemi e sulle soluzioni che ci interpellano come cittadini e cristiani.
Ci interessa l’uomo, ogni uomo, nel rispetto della differenza culturale e dell’originalità personale; siamo chiamati a vivere la nostra umanità nella quotidianità, testimoniando l’incontro liberante con il Risorto.
Ci impegniamo a riscoprire la bellezza della vita spirituale per dare valore alla formazione e all’azione.
La formazione permanente assume, nell’esperienza associativa, l’espressione e l’impegno della cura delle
relazioni con Dio, con il prossimo e con il mondo.
Formarsi e servire la crescita dei giovani e dei ragazzi esprime l’attenzione e lo sviluppo della vocazione
laicale, della missione originaria affidata all’uomo fin dalla creazione.
La vita spirituale, con i suoi ritmi e le sue espressioni, aiuta a far sintesi di tutte le dinamiche formative che
mettiamo in atto per crescere come donne e come uomini.
2. PRASSI
Il percorso che l’associazione ha compiuto sinora non ha portato ad esprimere un progetto preciso, ma la consapevolezza che i processi vanno radicati nella lettura di ciò che accade, nella vita dell’associazione e nella comunità.
Per valorizzare e mantenere la vitalità espressa dalle associazioni parrocchiali si suggeriscono alcuni passi concreti che permettono di tenere insieme le idealità, il contesto, le scelte concrete e le reti di sostegno:
Un’osservazione e una interpretazione della vita associativa, del contesto, delle dinamiche sviluppate non singolarmente, ma condivise in associazione.
Il riferimento agli strumenti e alle occasioni che l’associazione propone: patrimonio ideale, itinerari annuali, autoformazione, Progetto Formativo, regola di vita, gruppo…
La verifica puntuale e continua dell’efficacia degli strumenti associativi utilizzati, in vista, se necessario, di un cambiamento.
L’attivazione di processi che indichino la direzione, l’orizzonte entro il quale delineare le scelte associative (si parla di processi, non progetti intendendo la prospettiva verso cui l’associazione parrocchiale tende, tenendo conto non solo delle proprie risorse ma anche del sostegno macrozonale e diocesano).
Sono passi, azioni da compiere, non necessariamente nella sequenza descritta.
3. SCELTE CONCRETE
Ogni anno ciascuna parrocchia rilegge, verifica ed eventualmente riscrive le scelte concrete già individuate per la propria associazione.
4. RETI DI PROSSIMITÀ
Ogni anno le parrocchie della macrozona verificano ed eventualmente riscrivono questa parte con l’obiettivo di esplicitare come il livello macrozonale può essere a supporto e sostegno delle scelte delle singole parrocchie.
5. VERIFICARE E RISCRIVERE
Ogni anno l’associazione parrocchiale verifica il suo cammino ripercorrendo e riscrivendo questo documento a partire dai passi concreti suggeriti al punto 2.
scarica il Documento Finale della XVII Assemblea: