Ogni tre anni l’Azione Cattolica Italiana vive un intenso momento di corresponsabilità associativa: verifica il proprio cammino, guarda al futuro, individua le strade da intraprendere e le persone a cui affidare la responsabilità di guidare l’Associazione.
E verso l’Assemblea diocesana del prossimo febbraio la nostra Associazione si incammina attraverso una forte esperienza di partecipazione e democraticità che si ripete ogni tre anni: le assemblee territoriali con l’elezione di Consigli, dei Presidenti e dei Responsabili diocesani.
A volte troviamo il percorso assembleare un po’ farraginoso, percepiamo come inutile o come una “fatica” in più l’esercizio della democrazia, ma il camminare insieme, il condividere, il fare insieme questa esperienza di chiesa plasma una dimensione che ci rende partecipi, con un certo stile, alla vita della chiesa stessa.
La struttura democratica che la vita associativa si dà, possiede una valenza formativa perché caratterizzata da uno stile ecclesiale e pastorale libero dai personalismi e dedito alla costruzione di una Chiesa sempre più bella, capace di dare forma a laici appassionati nell’edificazione della Chiesa stessa.
La vita democratica dell’associazione, col suo periodico ricambio dei responsabili, costituisce poi un significativo richiamo al carattere temporaneo delle nostre responsabilità (intese come incarichi) da vivere in un’autentica logica di servizio, mai di autoreferenzialità e autorealizzazione.
Una responsabilità che si assume, si esercita, si riconsegna, si distribuisce e ci allena a dire dei sì nell’ambito della nostra vita ecclesiale che vuole laici capaci di offrire i doni battesimali dentro una ricerca del bene comune.
Una responsabilità che non si esercita mai da soli, ma sempre dentro un gruppo di confronto, dove i vari soggetti si integrano, si completano, camminano insieme in uno stile di condivisione e corresponsabilità per la realizzazione dei tanti progetti e sogni espressi nelle assemblee.
È importante allora non svilire, ma recuperare il valore delle prassi democratiche che restituiscono, in chiave di corresponsabilità, il senso della partecipazione e dei “luoghi” associativi come patrimonio di tutti e non solo dei responsabili, luoghi in cui si maturano le decisioni e si fa concreto esercizio di laicità.

di Giuliana Sberna