In occasione della festa dell’Annunciazione è stata firmata l’esortazione apostolica “Christus vivit”
Lunedì 25 marzo, in occasione della festa dell’Annunciazione, a Loreto Papa Francesco ha firmato l’esortazione apostolica “Christus vivit”, frutto del lavoro del Sinodo sui giovani, conclusosi lo scorso ottobre. Emblematica è la scelta di firmare l’esortazione apostolica presso La Santa Casa di Loreto, luogo di incontro e discernimento per giovani e famiglie. “Qui Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”- spiega Papa Francesco, durante il discorso tenuto presso la Santa Casa. “Nell’evento dell’Annunciazione – continua il Santo Padre – appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: ascolto della Parola-progetto di Dio; discernimento; decisione”.
Dio è sempre il primo a prendere l’iniziativa, ricorda Francesco a proposito del primo momento, quello dell’ascolto: la sua voce, però, “non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione, né rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio”. Il discernimento ci aiuta invece, come ha fatto Maria, a “scoprire le sorprese di Dio”, cioè a “cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature”. La decisione è, infine, la risposta di Maria all’angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale. E proprio da qui nasce la prima proposta concreta, a 360 gradi, del Papa: fare di Loreto “un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale”, rilanciando il Centro Giovanni Paolo II “a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo”.
Giovani e famiglia “non possono essere due settori paralleli della pastorale, ma devono camminare strettamene uniti”- continua Papa Francesco-per questo ogni famiglia trova accoglienza presso la Santa casa che è anche il luogo dei malati. Essi devono trovare il posto in ogni famiglia per “non cadete in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano”.