Domenica 28 agosto 2021 presso il cortile dei Saveriani vicino alla bella Chiesa di San Cristo è stato organizzato un momento di preghiera per l’Afghanistan.
Molte le realtà promotrici oltre l’AC, c’erano Acli, Agesci, Anolf, Bimbo chiama Bimbo, Ass. Dosti, Cisl, Cl, Movimento dei Focolari, Pax Christi, Centri islamici, Comunità Sikh, Saveriani e Comboniani. Una rete di alleanze che bene si accompagna al desiderio della pace.
Ho partecipato con il cuore pesante e dolorante di chi sente che c’è proprio bisogno di pregare per quella terra così straziata dalle pessime scelte umane.
Il momento di preghiera è iniziato con la poesia “Il diritto di gridare” di Nadia Herawi Anjuman, a cui sono seguiti i dati terribili di 20 anni di guerra, che inchiodano l’Occidente di fronte a tutta la responsabilità di una situazione umanitaria, oltre che di politica internazionale, che non nasce qualche settimana fa, ma nel 2001.
Dopo questo excursus di numeri che in realtà sono vite di uomini, donne e bambini innocenti, si ha davvero bisogno del balsamo della preghiera a quell’unico Dio di amore e misericordia, invocato da mussulmani, sikh e cristiani. Ciascuno ha pregato con la propria lingua e le proprie parole, ma la richiesta è la medesima, che voglio tradurre in estrema sintesi: “Signore, rendici capaci di amore fraterno per costruire una pace che abbia il sapore della condivisione”.
Una preghiera che ci spalanca ad un impegno forte, deciso e condiviso, una preghiera che si appella alle parole di Papa Francesco nella Fratelli Tutti nel denunciare la guerra come causa di atrocità e soprusi, sempre! Inoltre si ripercorrono i doveri delle religioni (e di noi credenti) enunciati nel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib.
Un grande appello alla responsabilità di tutti perché di fronte alla situazione afghana non possono bastare alzate di spalle e scuotimenti di capo, dobbiamo assumerci la responsabilità di una cultura di pace, di fratellanza, di accoglienza reciproca.
A chiudere l’incontro, dopo alcuni appuntamenti ancora da calendarizzare come un’iniziativa sul disarmo e un nuovo incontro non solo interreligioso ma anche di cittadinanza attiva, si invoca ancora il Signore della pace con le parole universali della Preghiera Semplice di San Francesco.