Con la Quaresima ci avviamo lungo un percorso non di sacrifici ma di germogli. L’uomo non è polvere o cenere, ma figlio di Dio e simile a un angelo (Eb 2,7) e la cenere posta sul capo non è segno di tristezza ma di nuovo inizio, di un cammino che fa rifiorire la vita.

 

Andare…

 

Un cammino vitale! Deserto e giardino sono immagini bibliche che accompagnano la storia e i sogni di Israele, che contengono un progetto di salvezza e di comunione per ciascuno di noi nella misura in cui ci lasciamo avvolgere e trasfigurare dall’amore di Cristo.

Dal deserto al giardino: dal deserto di pietre e tentazioni al giardino del sepolcro vuoto.

Un cammino verso la vita passando dalle ceneri sul capo, alla luce che «fa risplendere la vita» (2Tm 1,10).

Un cammino per uscire, andare verso Dio e verso gli altri.

Un cammino da percorrere da soli, per riscoprire la nostra identità cristiana e umana.

Un cammino da percorrere insieme, dentro e con le nostre associazioni per ricordarci che non possiamo sentirci arrivati, tranquilli, ma chiamati ad andare verso gli altri, ritrovando la qualità del servizio.

Un cammino difficile, faticoso, ma anche illuminante, coinvolgente.

 

Un cammino condotti dallo Spirito, che spinge ad andare:

Nel deserto: per affrontare le prove, per ritrovare la necessità di staccarsi dal potere delle cose.

Su un alto monte: per sperimentare la bellezza della gloria di Dio, ma per ritornare sui propri passi, per scendere nella storia e costruire pace e giustizia.

A un pozzo: per saziare la sete di verità e di vita e diventare annunciatori del Cristo.

In una piscina: per dire che la Parola del Vangelo guarisce, apre gli occhi e il cuore e ci fa riscoprire il senso nuovo dell’essere Chiesa.

A un sepolcro: per rinnovare il volto della Chiesa nel dialogo

In città: Gerusalemme e ogni città, le nostre città, per proclamare la grandezza dell’amore di Dio.

In un giardino: per affermare la vittoria della vita sulla morte, affinché soffi il vento dello Spirito nel ‘giardino’ della nostra terra, umanità, città.

 

don Alfredo Scaratti