Leggi l’approfondimento tratto dall’Editoriale dell’ultimo numero di ACINOTIZIE scritto dal Presidente Diocesano Sirio Frugoni
Nell’introduzione agli Orientamenti per il triennio 2021-2024 dell’Azione Cattolica Nazionale mi ha particolarmente colpito una tra le sottolineature di stile che si ritiene necessario assumere: “Siamo consapevoli che il tempo che abbiamo di fronte ci chiede di assumere la postura agile e perseverante del pellegrino. Il carico deve essere necessariamente essenziale e leggero e il giusto desiderio di raggiungere la meta non deve prevalere sul gusto del camminare e di farlo insieme a tanti altri, cercando di stare al passo con gli ultimi.”
Questa consapevolezza non è certo acquisita una volta per tutte: richiede la disponibilità ad evolvere. Il viaggio, esperienza comune a tutti, è strettamente legato a tale cambiamento.
Il tempo che abbiamo di fronte è il tempo che ci chiede di lasciare la nostra zona di comfort, di rischiare ma anche di fidarci ad uscire dalla casa dei luoghi certi, delle nostre idee, del “si è sempre fatto così” e di intraprendere il cammino, il viaggio.
È il tempo che ci chiede di assumere una postura agile, di prendere con noi ciò che è essenziale, di lasciare ciò che renderebbe il viaggio pesante, troppo faticoso, per evitare il rischio di arrendersi, o peggio, di tornare indietro verso ciò che era come prima.
È il tempo che ci chiede la postura perseverante. Come l’esperienza dell’alpinista che da un lato sperimenta la fatica del cammino, il pensare a mettere un piede davanti all’altro per raggiungere la meta, dall’altro matura anche il bello del camminare insieme, con lo sguardo volto a scrutare l’orizzonte per intravedere la meta, quello stesso sguardo che gli permette di gustare il sentiero, il cammino, la bellezza di ciò che lo accoglie e la compagnia rassicurante di chi condivide con lui il percorso.
Quindi è un tempo che ci chiede di assumere la postura del pellegrino, colui che percorre un viaggio, che oltrepassa la soglia e si incammina intraprendendo un percorso non solo fisico, ma anche di cambiamento spirituale.
Lungo il cammino evolviamo, ci trasformiamo, cambiamo, specialmente se non siamo soli.
Gli snodi che ci siamo dati per individuare le coordinate dell’orizzonte verso cui camminare insieme con l’Azione Cattolica bresciana descrivono bene questa postura da assumere. Vogliamo farci compagni di strada, accompagnarci gli uni gli altri, condividere un tratto del nostro cammino.
Aggiungendo la sfumatura del “consiglio”, il dono dello Spirito che ci aiuta a scegliere bene, ci impegniamo a prenderci cura dei compagni di viaggio attraverso lo stile democratico di AC nei consigli parrocchiali.
Sapendo chi siamo e mettendoci in gioco nel creare legami profondi e significativi con chi condivide il cammino, ci impegniamo a intessere relazioni generative, che sono matrice fondamentale dell’essere associazione e che definiscono la poliedrica identità di chi sceglie l’Azione Cattolica come esperienza bella e significativa di essere Chiesa.
Scrutando la strada davanti e a fianco a noi per cogliere lo sguardo di altri che intersecano il nostro cammino, ci impegniamo a generare alleanze nello stile sinodale, lo stile di chi accetta di condividere una direzione assumendo il passo di chi più faticosamente procede.
Allora, con uno sguardo che abbraccia l’orizzonte a tutto campo, montiamo un obiettivo che ci permetta la messa a fuoco e di gestire aperture e tempi, usando lo zoom sul particolare e il grandangolo sul panorama più ampio!
Buon cammino a tutti!
Scarica l’ultimo numero di ACINOTIZIE