È disponibile il secondo degli spunti proposti dall’equipe diocesana del Settore Adulti per la settimana di “Ritiro diffuso”.
Riflettiamo su umiltà e umiliazione a partire da un racconto di don Bruno Ferrero.
Guarda il video sul canale Youtube dell’AC diocesana:
Vi lasciamo poi come ulteriori occasioni di riflessione l’omelia di Papa Francesco
e questi spunti:
Il Natale è innanzitutto la rivelazione di Dio per noi. Dio rivela ciò che è attraverso ciò che fa. Se nasce,
vuol dire che nella sua nascita si dice ciò che Egli è.
Perciò, il Natale ci mostra i caratteri inequivocabili del vero volto di Dio. Esso dice un paradosso:
l’infinitamente grande, colui del quale non possiamo pensare nulla di più grande, si fa piccolo, si fa
uomo. Questo ci annuncia che la gloria di Dio sta nella sua essenziale umiltà. Sì, il Dio onnipotente è
potenza di umiltà, è illimitata capacità di farsi piccolo, di ritrarsi, di nascondersi.
Se Dio è amore, non può che essere umile. L’umiltà è farsi piccolo di fronte a chi è più piccolo. Mentre il
farsi piccolo di fronte a chi è più grande è semplicemente gentilezza, educazione, o può dire
sottomissione. L’amore, invece, è umiltà, è capacità di servire la vita dell’ultimo e del povero, di chi non
può ricambiare, di chi non è capace di reciprocità.
Allora, nella nascita di Gesù bambino, Dio dice un ‘ti amo’ incondizionato all’uomo e lo dice nella sua
essenziale umiltà. Amare senza reciprocità è esclusivamente di Dio.
Infatti, quando noi facciamo l’esperienza di amare senza essere amati a nostra volta, diventiamo
vulnerabili alla disperazione. Impazziamo, entriamo nella nebbia invincibile della follia e diventiamo
violenti, vivendo con rabbia ogni relazione nella quale non ci sentiamo amati dall’altro.
A Natale, noi contempliamo la ‘follia’ dell’amore umile di Dio, che per noi è stoltezza. Come dice san
Paolo: ‘Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più
forte degli uomini’ (1Cor 1,25).
Dunque, la nascita di Gesù chiede all’umanità, alla Chiesa e a ciascun uomo di riconsiderare la propria
capacità di amare nell’ordine dell’umiltà. Se la povertà appartiene all’ordine dell’avere, l’umiltà
appartiene all’ordine dell’essere. A Betlemme, noi contempliamo l’umiltà di Dio più che la sua povertà. È
nell’umiltà che si trova l’anima dell’amore di Dio e nostro.
Chi preferisse una versione cartacea può trovare qui la versione stampabile degli spunti dell’intera settimana.
Vi diamo appuntamento a domani per il prossimo video!
L’equipe diocesana del Settore Adulti